In gioco c'è il nuovo Piano d'azione per la democrazia europea, che prevede che nel 2021 "la Commissione proporrà un'iniziativa per estendere l'elenco dei crimini dell'UE ai sensi dell'articolo 83 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, per coprire i crimini d'odio e i discorsi sull'odio, anche online".

L'articolo 83 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea fa riferimento a "reati e sanzioni penali in settori di criminalità particolarmente grave con una dimensione transfrontaliera" ed è qui che si parla di reati come il terrorismo, il traffico di droga e il riciclaggio di denaro sporco che Bruxelles intende includere il discorso dell'odio su Internet.

L'istituzione giustifica il provvedimento con l'aumento delle minacce fisiche e online e degli attacchi ai giornalisti nell'UE. "I giornalisti sono bersagli di molestie, discorsi di odio e campagne di diffamazione, a volte anche avviate da attori politici, in Europa e all'estero, e le donne giornaliste sono particolarmente prese di mira", rafforza la Commissione europea, osservando che, a volte, questo porta "all'autocensura e alla riduzione dello spazio per il dibattito pubblico su questioni importanti", ha rafforzato la Commissione europea, secondo Lusa News Agency.