Il progetto promosso dall'impresa Frutineves prevede l'utilizzo di un'area di 128 ettari per la produzione di avocado, nel comune di Lagos, distretto di Faro.

Il leader dell'associazione Zero, Pedro Horta, ha detto all'agenzia di stampa Lusa che le associazioni hanno contestato il progetto perché non capiscono come viene promossa una valutazione di impatto ambientale, "quando ciò che è in esame è già praticamente in atto".
Secondo Pedro Horta, il processo di valutazione ambientale sugli impatti di questa azienda "è un po' strano" perché si sta valutando qualcosa che è già attuato: "Il processo è iniziato nel 2018, le piantagioni sono state completate nel 2019 e il sistema di irrigazione è in atto".

Gli ambientalisti sostengono che realizzare i lavori senza aver prima emesso la Dichiarazione d'Impatto Ambientale (SIE) viola il regime legale della Valutazione d'Impatto Ambientale.

Per le associazioni Zero e Regenearte "è incomprensibile come gli enti pubblici responsabili del monitoraggio e dell'uso del territorio", cioè la Commissione Regionale di Coordinamento e Sviluppo dell'Algarve(CCDR) e la Direzione Regionale dell'Agricoltura "non abbiano impedito i lavori illegali".

In una dichiarazione all'agenzia Lusa, il vicepresidente della Comissão de Coordenação e Desenvolvimento Regional (CCDR) Algarve, José Pacheco, ha indicato che "non c'è alcuna violazione delle norme di pianificazione territoriale, perché questo progetto specifico non richiede la licenza di alcun ente, né rientra nel regime giuridico della valutazione di impatto ambientale".

José Pacheco ha detto che, anche se non era obbligato, lo sviluppatore aveva preso l'iniziativa di sottoporre il progetto alla valutazione di impatto ambientale, e che il processo è stato monitorato dall'ente che gestisce il territorio.

Il leader del CCDR/Algarve ha spiegato che al momento della presentazione di questo progetto agricolo non era soggetto ad alcun obbligo di effettuare una valutazione ambientale, a differenza di quanto accadrà con la recente pubblicazione di un'ordinanza del Segretario di Stato per l'Ambiente, in cui "questo tipo di progetto non è che siano obbligati, ma la commissione può chiedere che venga redatto".

"Il decreto ci permette di intervenire più attivamente quando non c'è un organo di licenza", ha detto.

José Pacheco riconosce la complessità di questi processi agricoli che "non hanno licenza di nessun ente", dato che l'agricoltura coinvolge un'area considerevole del territorio nazionale, ma, dice, la CCDR sta monitorando, insieme ad altri enti, al fine di controllare e supervisionare questo tipo di interventi che stanno emergendo nel territorio.

Inoltre, il direttore regionale dell'agricoltura dell'Algarve, Pedro Valadas Monteiro, ha detto a Lusa che "questo specifico progetto di piantare avocado, non richiede licenze, ma è monitorato dall'ente regionale", confutando le accuse degli ambientalisti.

Le associazioni ambientaliste sostengono che, oltre ai problemi di pianificazione territoriale, l'espansione della monocoltura intensiva di avocado non è comprensibile in un momento in cui è evidente la crescente scarsità d'acqua nella regione, e sostengono che la Dichiarazione d'Impatto Ambientale viene emessa in modo sfavorevole.