In un intervento effettuato alla riunione Infarmed di Lisbona, che riunisce esperti, membri del governo, il presidente della Repubblica e il primo ministro per l'analisi dell'evoluzione della pandemia, l'esperto ha notato che la prevalenza di questa "variante britannica" sarà già superiore al 70 per cento nel territorio nazionale.

"In Inghilterra è già vicino al 100 per cento e lo stesso accadrà in altri paesi. In Danimarca ha già superato il 90 per cento, in Irlanda era il 90 per cento anche tre settimane fa. Poi abbiamo Svizzera, Portogallo, Austria e Germania con crescita accelerata e tutti sopra il 50-60 per cento, quindi non è sorprendente se tutti questi paesi sono in poche settimane oltre il 90 per cento dei casi di covid-19 provocati per la variante del Regno Unito", ha spiegato.

L'analisi di João Paulo Gomes si è estesa anche alla variante associata al Sudafrica, rivelando che 24 casi sono già stati identificati in Portogallo, un "numero modesto se confrontato con i numeri di paesi come Belgio, Regno Unito, Francia o Austria", ma in cui il ricercatore ha rafforzato "l'importanza del controllo delle frontiere in questo momento", in vista della sua diffusione nel continente africano e con trasmissione comunitaria nei paesi europei.

"La situazione epidemiologica in Portogallo dipende fortemente dalla situazione epidemiologica che si sta verificando in altri paesi", ha sottolineato il ricercatore dell'INSA, rafforzando che questa variante è legata a "fallimenti del vaccino" a causa delle caratteristiche della sua mutazione.

Infine, João Paulo Gomes ha indicato la registrazione di 16 casi fino al momento della variante di Manaus (Brasile) in Portogallo, un registro che è "nella media degli altri paesi".