Ciò che è apparso evidente è che il comitato del torneo non ha tenuto duro per quanto riguarda l'allestimento del campo, sembrava che le buche fossero nella tradizionale posizione domenicale e che i green avessero il loro normale e scandaloso ritmo. Sembrava che nessuno volesse vincere il torneo, perché non appena si trovavano in vantaggio, facevano un triplo bogey su un par 5 o un doppio bogey su un par 3.

All'inizio non è stata un'ottima televisione, anche se col tempo non si è potuto fare a meno di capire che non era colpa dei golfisti, ma di quella mistica combinazione di back 9 ad Augusta e di quel vecchio diavolo di pressione che stava entrando in gioco. Non ha reso il torneo meno avvincente, ma è stato solo insolito vedere giocatori che hanno faticato così tanto.

Se poi si considerano i punteggi che queste giocatrici hanno realizzato, che si aggiravano intorno al par, la combinazione di pressione e durezza del campo da golf è stata la principale responsabile.

Si trattava delle migliori giocatrici di golf a livello amatoriale del mondo, il che mi ha ricordato una conversazione teorica molto discussa che a volte si svolge tra i golfisti amatoriali e i golfisti professionisti: quanto è difficile Augusta? Quello che spesso non viene messo in conto in questa conversazione è la facilità con cui ci si lascia prendere dall'euforia delle star, e ci si fa prendere dall'ansia di guardarsi intorno pensando che sia una figata, invece di dedicarsi al controllo della pallina da golf. Se poi si aggiungono green alla cui velocità non si è mai giocato, si ha un'argomentazione convincente per cui superare i 100 colpi sarebbe un'impresa significativa.

È stato un evento televisivo brillante, che ha mostrato la natura brutale del campo da golf, in uno stato grezzo con pochi spettatori e con il vero splendore del campo da golf che traspare. Ricordiamo che Tiger ha fatto 10 alla 12ª l'anno scorso, la stessa buca dove Jordan Spieth è crollato un paio di anni prima. Norman che spruzzava la palla sugli spalti alla 18. Abbiamo visto crolli ed eroi su quel campo da golf.

È stato un ottimo riscaldamento per il primo Major dell'anno. La settimana più attesa del calendario golfistico, resa ancora più interessante dal fatto che Jordan Spieth ha posto fine alla sua assenza di vittorie da quattro anni. Non mi ero accorto che l'ultimo torneo che aveva vinto era stato l'Open Championship a Royal Birkdale.

Si dice che "è difficile vincere sul PGA Tour", ma credo si possa dire che è ancora più difficile vincere e poi pensare di non vincere più. La vittoria di ieri sera deve essergli sembrata una grande liberazione e ora ha l'opportunità di puntare la sua memoria e i suoi critici sulla vittoria e non sulle sconfitte.

Sa come vincere ad Augusta, ha la coda alzata e la positività in aumento e non lo escluderei. Ma vediamo, il tempo ce lo dirà, è un compito tradizionalmente impossibile prevedere il vincitore; un'altra delle qualità affascinanti del Masters, insieme al fatto che tutti sanno che il torneo non inizia prima delle back nine di domenica.