Nel parere del CCDR/Algarve, a cui Lusa ha avuto accesso, l'ente giustifica il parere con l'impatto sulle risorse idriche sotterranee, gli effetti cumulativi con le altre occupazioni della zona circostante - ovvero golf e agrumeti - e richiede al promotore di ricostruire il torrente Espiche distrutto durante i lavori di realizzazione dell'azienda.

Secondo il CCDR, il "significativo aumento del volume di acqua da estrarre dalla falda acquifera" che serve l'area, quantificato al 68%, in base alle risorse idriche sotterranee disponibili, "metterà a rischio la riserva strategica per l'approvvigionamento pubblico", in particolare negli anni di siccità.

"In base alle risorse idriche sotterranee disponibili, in questo corpo idrico [Almádena - Odeáxere] il volume di acqua da estrarre dalla falda per l'irrigazione di 128 ettari di avocado metterà a rischio la sua sostenibilità e, di conseguenza, metterà a rischio anche il corpo idrico come riserva strategica per l'approvvigionamento pubblico, in particolare in anni da secchi a estremamente secchi", si legge nel rapporto.

D'altra parte, giustifica il CCDR, "le azioni attuate sul terreno per l'impianto del frutteto sono state così dannose per il corso d'acqua, da far scomparire le prove dell'esistenza della Ribeira de Espiche".
Nel documento, firmato dal vicepresidente dell'ente, José Pacheco, si legge che l'azienda dovrà ricostituire gli habitat, con la riconversione di 52 ettari dell'area piantata e ridurre le unità nella restante area piantata (con 76 ettari), introducendo corridoi ecologici espressivi (larghi circa 50 metri) intorno a ogni unità fino a 10 ettari.

Il progetto promosso dall'azienda Frutineves prevede di utilizzare un'area di 128 ettari per la produzione di avocado, nel comune di Lagos, nel distretto di Faro, ed è stato attuato negli ultimi due anni sotto la protesta di cittadini e associazioni ambientaliste.

L'azienda, che aveva l'autorizzazione a piantare 76 ettari di avocado, ha deciso di aumentare lo sfruttamento a 128 ettari senza consultare le autorità - un'azione che ha portato a un embargo da parte del CCDR/Algarve, che ha anche applicato una multa di 12.000 euro per non aver rispettato il precedente ordine di sospensione della piantagione.

Tuttavia, secondo il CCDR, sebbene il progetto agricolo per la produzione di avocado "sia, in termini formali, debitamente istruito, presenta, tuttavia, impatti ambientali negativi, molto significativi, diretti e indiretti, di elevata entità, non minimizzabili e non suscettibili di mitigazione".

L'ente ritiene che questi siano "considerati ostativi allo sviluppo del progetto", in particolare per quanto riguarda le risorse idriche, la biodiversità e i cambiamenti climatici, per cui il Comitato di valutazione "ha proposto l'emissione di un parere sfavorevole alla VIA del "Progetto agricolo per la produzione di avocado"".

L'ente avverte inoltre che "dopo l'anno 2000" ci sono già state "sette siccità nel Portogallo continentale".

Nonostante l'emissione di un parere sfavorevole al progetto, la DIA sottolinea che "al proponente dovrebbe essere richiesto di ricostituire la Ribeira de Espiche" nei termini proposti nella VIA e nei requisiti evidenziati nel parere settoriale emesso dall'Agência Portuguesa do Ambiente (APA).

Il parere evidenzia anche una posizione dell'Istituto per la Conservazione della Natura e delle Foreste (ICNF) che afferma che non sono stati valutati gli "impatti cumulativi con altre occupazioni nelle immediate ed estese vicinanze" (golf, agrumi, fotovoltaico).

L'istituto sottolinea che ciò che si osserva nell'area in questione è "l'accumulo di situazioni di occupazione del territorio con una preoccupante riduzione degli habitat naturali", rilevando l'urgente necessità di "sviluppare misure che impediscano questa tendenza, e i progetti su larga scala dovrebbero riflettere questa necessità ed essere uno strumento di cambiamento".