In un comunicato, le sei organizzazioni sottolineano che l'elettricità ottenuta bruciando alberi non sarà mai verde e affermano che la politica europea di utilizzare la biomassa forestale per produrre elettricità è socialmente contestata e osteggiata da molti scienziati.

Il comunicato parla della perdita di copertura arborea derivante dalla produzione di energia elettrica, all'interno e all'esterno dell'Unione Europea, e afferma che si sostiene che i rifiuti forestali vengono utilizzati per bruciare nelle centrali termoelettriche o per produrre "pellet", ma in realtà vengono utilizzati "quasi esclusivamente" i tronchi d'albero.

"In ogni caso, i cosiddetti "rifiuti" sono in realtà materiale in eccesso proveniente dalle attività forestali, essenziale per mantenere la fertilità del suolo, soprattutto in Portogallo, un Paese in cui la maggior parte dei terreni è molto povera di materia organica", avvertono le organizzazioni.

Nella dichiarazione, le organizzazioni ambientaliste Zero, Quercus, Iris, Fapas e Geota, e Acréscimo, Associazione per la promozione degli investimenti forestali, sottolineano inoltre che i boschi in Portogallo sono vittime di uno sfruttamento eccessivo, che gli incendi hanno aumentato la scarsità di materia prima e che il crescente numero di unità autorizzate per la combustione di biomassa o la produzione di "pellet" ha ulteriormente aumentato la pressione sulle foreste.

"Gli impatti sugli ecosistemi, sulla biodiversità, sul suolo e sulle risorse idriche sono stati molto dannosi. Oltre agli impatti sugli ecosistemi, vi sono i rischi di un significativo inquinamento atmosferico e acustico insito nel funzionamento degli impianti di combustione degli alberi", affermano le organizzazioni, sottolineando che bruciare alberi per produrre elettricità non produce meno emissioni o genera meno inquinamento rispetto ai combustibili fossili.

Le sei associazioni dubitano che la scelta della bioenergia possa avere un impatto sul problema degli incendi boschivi e affermano che l'investimento nella biomassa non è razionale e che è fattibile solo con un forte sostegno pubblico e un "notevole sforzo finanziario" da parte dei consumatori di elettricità.

L'appello giunge sulla scia di una nuova direttiva dell'Unione Europea sulle energie rinnovabili che sarà presentata a luglio.

Recentemente altre organizzazioni ambientaliste di diversi Paesi dell'Unione Europea avevano già considerato la biomassa per la produzione di energia elettrica come insostenibile e inefficiente.