"Abbiamo scoperto aree che possono essere paragonate alle foreste di sequoia che esistono negli Stati Uniti", ha rivelato Telmo Morato, ricercatore dell'Istituto Okeanos dell'Università delle Azzorre, durante una conferenza stampa tenutasi nella città di Horta, sull'isola di Faial, per presentare i risultati di una campagna oceanografica condotta a bordo della nave olandese "Pelagia".

Secondo il ricercatore azzorriano, il mare delle Azzorre presenta foreste di corallo nero simili alle foreste di sequoie del Nord America, stando ai "primi risultati preliminari" derivanti dalle analisi effettuate durante la campagna di ricerca internazionale, condotta nei mari della regione.

"Abbiamo ancora qualche mese di lavoro davanti a noi per elaborare i campioni raccolti durante questa campagna", ha spiegato Telmo Morato, ricordando che "un'ora di video in mare" corrisponde normalmente a "un giorno di lavoro a terra".

Secondo il ricercatore di Okeanos, le prime analisi dimostrano che queste aree del mare profondo, associate alla dorsale medio-atlantica, sono zone di "grande produttività, che ospitano grandi densità di organismi e una biodiversità molto ampia".

"Abbiamo scoperto e ritrovato cose che non pensavamo di trovare alle Azzorre in questo momento, come i grandi giardini di corallo nero, che possono vivere per diverse migliaia di anni", ha sottolineato il ricercatore, ritenendo che questo progetto "sia stato molto utile per la comunità oceanografica".

Il ministro del Mare, Ricardo Serrão Santos, anch'egli presente alla conferenza stampa, ritiene che "sia importante proteggere questi habitat", ovvero i "giardini di corallo nero, in questa parte dell'Atlantico", che considera "simboli" della biodiversità esistente nei mari della regione.

"È necessario investire sempre di più nella ricerca oceanica", ha insistito il governatore, aggiungendo che l'obiettivo di questi progetti scientifici è garantire che gli oceani rimangano "sani".

La spedizione scientifica si è svolta tra il 18 maggio e il 2 giugno, lungo la Dorsale medio-atlantica, nella regione delle Azzorre, e ha incluso rilievi batimetrici, acquisizione di immagini con la missione di mappare i fondali marini, identificare nuove aree che rientrano nella definizione di ecosistemi marini vulnerabili e determinare il loro stato ambientale.

La spedizione oceanografica, denominata "Eurofleets+ IMAR: Integrated assessment of the distribution of Vulnerable Marine Ecosystems along the Mid-Atlantic Dorsal in the Azores region", conclude che quest'area dell'arcipelago "può supportare più vita e diversità" di quanto indicato da studi precedenti.