Il 15 marzo, quando è iniziato il piano di alleggerimento delle restrizioni imposte per il controllo del covid-19, il Portogallo continentale aveva un tasso di incidenza di nuovi casi di infezione per 100.000 abitanti di 84,2 e un tasso di trasmissibilità (Rt) del virus di 0,79; oggi questi indicatori sono già schizzati a 129,6 e a 1,18.

Con questi valori, il Paese è entrato nel quadrante rosso della matrice di rischio di controllo della pandemia, che prevede un limite di 120 casi per 100.000 abitanti per 14 giorni e un Rt (numero di casi secondari di contagio derivanti da una persona infetta) inferiore a 1.

Il peggioramento della pandemia è stato graduale ed evidente negli ultimi 31 giorni, con il Paese che è passato dai 241 casi di infezione registrati il 24 maggio ai 1.497 registrati oggi, il che rappresenta un aumento di oltre il 520%.

Durante questo periodo, il Portogallo ha avuto sei giorni con più di mille nuovi casi al giorno: 16 giugno (1.350), 17 giugno (1.233), 18 giugno (1.298), 19 giugno (1.183), 22 giugno (1.020) per arrivare oggi a 1.497 nuove infezioni, il numero più alto dal 24 febbraio.

Il peggiore a Lisbona

Il peggioramento della pandemia nella regione di Lisbona e Vale do Tejo ha contribuito a questa situazione nel Paese.

In 22 degli ultimi 31 giorni, Lisbona e Vale do Tejo hanno registrato più della metà dei casi giornalieri accertati in tutto il Paese e in due di questi giorni - il 16 e il 20 giugno - hanno rappresentato il 68% del numero totale di infezioni registrate in Portogallo.

Gli esperti attribuiscono la crescita in questa regione soprattutto alla prevalenza della variante Delta, associata all'India e con una capacità di trasmissione superiore di oltre il 60% rispetto alla Alpha, inizialmente identificata nel Regno Unito.

Le autorità sanitarie ammettono inoltre che Delta potrebbe essere già responsabile di circa il 70% dei casi di infezione a Lisbona e Vale do Tejo e che, a breve termine, è il ceppo più diffuso in tutto il Paese.

Se il numero di decessi è rimasto basso nell'ultimo mese - il massimo giornaliero è stato di sei morti il 10, il 16 e il 22 giugno -, il peggioramento della pandemia comincia a farsi sentire con un aumento della pressione sui servizi sanitari, nonostante il numero di ricoveri nei reparti e nelle terapie intensive sia ancora lontano da quello registrato all'inizio dell'anno.

Il 24 maggio, il Portogallo aveva 239 persone nei reparti in cura per il covid-19 e altre 57 in terapia intensiva, ma mercoledì, un totale di 100 persone erano già nelle unità di terapia intensiva degli ospedali nazionali, con un aumento del 75%, che è stato graduale negli ultimi 31 giorni.

I 100 pazienti in terapia intensiva rappresentano ora più del 40% della soglia critica definita di 245 letti occupati, quando, il 28 maggio, il rapporto sulle "linee rosse" della pandemia aggiungeva che questa cifra era ancora al 22%.

L'evoluzione della pandemia a Lisbona e nella Valle del Tago si riflette quindi nel numero di pazienti che necessitano di ricovero, il che ha già portato gli ospedali di questa regione a passare a una fase di prevenzione per l'eventuale necessità di aumentare il numero di letti di terapia intensiva nei prossimi giorni.

Nell'ultima settimana, a Lisbona e nella Vale do Tejo è stato ricoverato in terapia intensiva il 65% di tutti i pazienti del Paese, ma ora con un profilo diverso rispetto ai posti liberi precedenti: se prima erano per lo più anziani, ora la fascia d'età che ha più bisogno di questo tipo di cure va dai 50 ai 59 anni.

Accelerazione dei vaccini

Per rispondere all'aggravarsi della pandemia, la strategia del governo prevede il rafforzamento dei test diagnostici per il covid-19, anche per l'accesso a eventi sportivi, culturali e familiari, ma anche l'accelerazione delle vaccinazioni, soprattutto nella regione di Lisbona, con il ministro della Salute, Marta Temido, che ha indicato la soglia di 130.000 vaccinazioni al giorno a luglio.

Ma oggi il coordinatore della "task-force" vaccinale ha ammesso un ritardo fino a 15 giorni nel tentativo di raggiungere l'obiettivo di far vaccinare il 70% della popolazione con la prima dose l'8 agosto, a causa di ritardi nella consegna dei vaccini da parte delle aziende farmaceutiche.

Secondo i dati della "task force", circa il 47% della popolazione è stato vaccinato con la prima dose e il 30% è già stato vaccinato completamente, ma il ritmo della vaccinazione sta iniziando a risentire della mancanza di vaccini.

Ritorno all'isolamento?

Per ora sembra esclusa la possibilità che il Paese torni allo stato di emergenza, terminato il 30 aprile, dal momento che il Presidente della Repubblica ha ribadito che i numeri del covid-19 sono "molto lontani" da quelli che lo hanno portato a dichiarare questo quadro giuridico.

"Le situazioni sono diverse, e la spiegazione è una: si chiama vaccinazione. E il percorso fondamentale è questo. La soluzione alla pandemia, la soluzione duratura, la soluzione definitiva si chiama vaccinazione. Le altre soluzioni sono soluzioni che si trovano occasionalmente, temporaneamente, ma l'unica che ha veramente effetti più lunghi ed efficaci è la vaccinazione", ha difeso Marcelo Rebelo de Sousa.

Il 17 giugno, al termine dell'ultimo Consiglio dei Ministri, il Ministro e la Presidenza, Mariana Vieira da Silva, hanno ammesso che il Portogallo potrebbe dover interrompere la transizione verso una nuova fase di deconfinamento, a causa dell'aggravarsi del tasso di incidenza di nuovi casi e dell'indice di trasmissibilità, ritenendo che il Paese sia "in una fase preoccupante".

Martedì scorso, il ministro della Salute, Marta Temido, ha ritenuto che il peggioramento della situazione epidemiologica del covid-19 nella regione di Lisbona e Vale do Tejo potrebbe portare a nuove misure di contenimento della pandemia e a un possibile freno al processo di sgravio dalle misure.

Gli avvertimenti sono contenuti nell'ultima analisi del rischio effettuata dalle autorità sanitarie: Lisbona e Vale do Tejo potrebbero superare i 240 casi di infezione da nuovo coronavirus ogni 100.000 abitanti in 15 giorni e la variante Delta dovrebbe sovrapporsi nelle prossime settimane nel Paese.

Le decisioni del Governo saranno rese note giovedì, cento giorni dopo l'inizio dell'allentamento dell'isolamento, che si è gradualmente evoluto dalla zona verde della matrice di rischio, fino ai quadranti arancione e rosso, dove si trova ora.