Lo studio è stato condotto da Anne-Karine Boulet, ricercatrice del Centro per le risorse naturali, l'ambiente e la società (CERNAS) della Scuola di agricoltura dell'Istituto Politecnico di Coimbra (IPC).

"Il lavoro svolto mirava a identificare le differenze nei processi idrologici di due piccoli bacini forestali con una superficie inferiore a un km2, uno dei quali dominato da pini marittimi [Pinus pinaster Aiton] di oltre 20 anni e l'altro dominato da eucalipto [Eucalyptus globulus Labill] di varie età, e copre sei anni di studio, dal 2010 al 2016", dice un comunicato dell'IPC.

Secondo la nota, lo studio è stato sviluppato in bacini con caratteristiche fisiche simili, situati nelle montagne di Caramulo, con un clima mediterraneo umido e roccia madre scistosa.

"La misurazione continua delle precipitazioni e della portata dei corsi d'acqua ha permesso di calcolare il bilancio idrico dei due bacini e anche di analizzare la loro risposta agli episodi di pioggia, nonché di stabilire correlazioni tra diversi parametri, ovvero le caratteristiche delle precipitazioni, i tassi di evapotraspirazione, l'umidità del suolo, il deflusso superficiale e la copertura del suolo", si riferisce.

La fonte indica che "l'evapotraspirazione media annua del bacino con una predominanza di pini è stata di 907 mm, superiore a quella del bacino popolato interamente da eucalipti (739 mm), dimostrando che i pini con più di 20 anni consumano più acqua di una miscela di eucalipti di varie età".

Il Politecnico di Coimbra afferma che durante i sei anni di ricerca, "i tassi di evapo-traspirazione annuale variavano tra il 37% e il 78% nelle foreste di pini e tra il 34% e il 73% nelle foreste di eucalipto, tra l'anno più umido e quello più secco", il che, per Anne-Karine "solleva preoccupazioni circa l'impatto del cambiamento climatico sulla disponibilità di acqua durante i periodi più secchi nelle zone montane nelle regioni con clima mediterraneo".

Dato che i risultati ottenuti nello studio contraddicono l'idea preconcetta che l'eucalipto consuma più acqua del pino, la coordinatrice della ricerca mette in guardia sull'"importanza del tipo di foresta", salvaguardando, tuttavia, "che i risultati ottenuti sono stati convalidati per condizioni climatiche e di suolo molto specifiche e non possono essere generalizzati a tutto il territorio".

Le conclusioni dello studio sono contenute nell'articolo "Hydrological Processes in Eucalypt and Pine Forested Headwater Catchments within Mediterranean Region", pubblicato sulla rivista Water 2021, edizione speciale "Impact of Land-Use Changes on Surface Hydrology and Water Quality" (disponibile su https://www.mdpi.com/2073-4441/13/10/1418).

L'articolo è il risultato della ricerca effettuata da Anne-Karine Boulet nell'ambito della sua tesi di dottorato, condotta presso l'Università di Aveiro, sotto la guida di Celeste Coelho e Jan Jacob Keizer (CESAM - Centro per l'Ambiente e gli Studi sul Mare) e António Dinis Ferreira (CERNAS-ESAC - Centro per le Risorse Naturali, Ambiente e Società della Scuola di Agricoltura del Politecnico di Coimbra).