Coordinato dal ricercatore Sérgio Godinho, del Laboratorio di telerilevamento (EarsLab) dell'Istituto di Scienze della Terra (ICT) dell'UÉ, il progetto è stato sviluppato nell'ambito del programma ICESat-2 Applied Users dell'Agenzia spaziale nordamericana (NASA).

"Mira, utilizzando il telerilevamento, a sviluppare metodi innovativi per mappare i combustibili forestali e ottenere una cartografia essenziale per supportare la pianificazione e la gestione delle attività di prevenzione degli incendi boschivi", spiega una dichiarazione inviata dall'UÉ all'agenzia di stampa Lusa.

Secondo le dichiarazioni del coordinatore, il progetto consentirà, nei prossimi tre anni, la "collaborazione con alcuni dei migliori ricercatori e scienziati al mondo nel campo della tecnologia Light Detection and Ranging (LIDAR) dallo spazio".

"Sarà anche un modo per proiettare il nome dell'UÉ, dando visibilità all'indagine specializzata sugli incendi boschivi, un problema pressante della società contemporanea", ha aggiunto Sérgio Godinho nelle dichiarazioni rilasciate all'ufficio stampa dell'istituzione.

L'obiettivo del progetto è quello di "testare e combinare un insieme di metodologie" che permettano di "tradurre il segnale laser emesso e registrato dal satellite ICESat-2" in informazioni quantitative, ottenendo "dati precisi sulla struttura e sulla quantità della vegetazione esistente sulla superficie terrestre".

Il satellite ICESat-2 della NASA, in orbita a 500 chilometri dalla Terra dal 2018, dispone di una tecnologia all'avanguardia che gli consente di creare un ritratto globale tridimensionale del pianeta e permette di "mappare con estrema precisione le caratteristiche del territorio".

Questo permette agli scienziati, attraverso i dati ottenuti, di "tracciare i cambiamenti sul terreno, tra cui lo scioglimento dei ghiacciai, l'innalzamento del livello del mare o i cambiamenti nella vegetazione".

È proprio nell'ambito dei cambiamenti della vegetazione che si inserisce il progetto guidato da Sérgio Godinho, che utilizza il sensore Advanced Topographic Laser Altimeter System (ATLAS), a bordo di ICESat-2, per inviare "impulsi laser sulla superficie terrestre" e raccogliere "attraverso un telescopio, i fotoni che vengono riflessi nello spazio".

Registrando "il tempo di viaggio dei fotoni" tra la Terra e il telescopio, ATLAS lo converte in "distanza percorsa" utilizzando la "costante della velocità della luce".

"Conoscendo l'esatta posizione di ICESat-2, grazie a un GPS ad alta precisione incorporato nel sistema, la distanza percorsa dai fotoni viene convertita in altezza, cioè per ogni fotone registrato vengono associate le rispettive coordinate e altitudine", spiega UÉ.

Sulla base di queste informazioni, i ricercatori possono ricostruire il profilo verticale della vegetazione, che consentirà, tra l'altro, di generare una serie di variabili, tra cui "l'altezza della chioma o l'altezza della base della chioma" degli alberi e "stimare la quantità di biomassa fuori terra".

Il programma ICESat-2 Applied Users della NASA mira a "generare un beneficio diretto per la società in diversi settori", tra cui le foreste, l'agricoltura, la biodiversità e l'atmosfera.

In questo senso, la NASA ha selezionato una serie di progetti di ricerca orientati a diverse applicazioni scientifiche e il progetto presentato dal ricercatore dell'UÉ è stato "uno di quelli premiati".