"Abbiamo qui lavoratori dal nord al sud del paese, siamo andati a presentare una mozione con le nostre richieste principali, che sono molte, vale a dire le assunzioni collettive", ha detto ai giornalisti la coordinatrice della Federazione dei sindacati di cibo, bevande, alberghi e turismo (FESAHT), Maria das Dores Gomes. Concentrati davanti alla sede dell'associazione degli hotel, ristoranti e simili in Portogallo (AHRESP), a Lisbona, i lavoratori hanno ritenuto "fondamentale" che l'associazione imprenditoriale "risponda a tutti i contratti collettivi di lavoro".

Secondo Maria das Dores Gomes, "i lavoratori oggi guadagnano praticamente il salario minimo nazionale, e quindi l'assunzione collettiva è essenziale". Interrogata sugli effetti della pandemia di Covid-19 nel settore, la dirigente sindacale ha detto che "non è una scusa, perché ci sono stati anni e anni, circa sette o otto anni, in cui l'industria alberghiera era, di fatto, in crescita, con grandi profitti e lì i lavoratori non hanno visto migliorare le loro condizioni di vita".

Durante la pandemia, "una buona parte delle imprese ha avuto diritto al sostegno dello Stato, sostegno con fondi pubblici", segnalando che per questo, per la FESAHT, "non sono state penalizzate". "I principali diritti dei lavoratori vengono messi in discussione, cioè il diritto alle ferie, all'equilibrio tra famiglia e lavoro, un gran numero di aziende sta imponendo la banca delle ore, quindi in questo momento i sindacati sono molto attenti", ha sottolineato il funzionario sindacale.

Maria das Dores Gomes ha anche denunciato che in questo momento le aziende dei vari settori coperti dalla FESAHT "vanno a prendere gli stagisti, pagano solo il sussidio alimentare in alcuni casi, in altri nemmeno quello e quindi hanno lavoratori gratis", parlando addirittura di "schiavitù". "Inoltre non è attraente per i giovani, perché non vengono accompagnati da un professionista. Vengono gettati ai 'leoni', come si dice di solito. Sono stagisti e sostituiscono i lavoratori fissi. Riteniamo che questo sia, di fatto, un abuso da parte delle aziende", ha sottolineato.

La FESAHT ha consegnato all'AHRESP una mozione di richieste e "richieste di incontri alla fine del mese", secondo Maria das Dores Gomes, perché la questione è "molto urgente". I lavoratori in protesta hanno poi marciato fino al Ministero del Lavoro, della Solidarietà e della Sicurezza Sociale, con l'obiettivo di consegnare la mozione e chiedere un incontro con il ministro Ana Mendes Godinho.

Nella mozione, alla quale Lusa ha avuto accesso, i lavoratori chiedono la "riapertura immediata di tutte le imprese e stabilimenti", il "ripristino di tutti i diritti dei lavoratori ritirati dall'inizio della pandemia", il "pagamento degli arretrati salariali" e "l'integrazione nel quadro di tutti i lavoratori licenziati". "Il rispetto dei diritti dei lavoratori", "la negoziazione della contrattazione collettiva", un "aumento salariale minimo di 90 euro per tutti i lavoratori" e "l'eliminazione di tutte le restrizioni e costrizioni inutili" sono anche richieste.