Oltre alla proposta di legge dell'esecutivo socialista, l'Assemblea della Repubblica discuterà anche il progetto di risoluzione del CDS/PP sull'acquisizione di bodycams, per i veicoli di servizio e per la videosorveglianza nelle stazioni e posti di polizia.

La proposta che regola l'uso di sistemi di sorveglianza con videocamere da parte delle forze di sicurezza e dei servizi prevede l'espansione dell'uso di queste tecnologie da parte della polizia, con l'autorizzazione di "bodycams" da parte di elementi della PSP e della GNR, "droni" e diverse videocamere a supporto dell'attività di polizia e del controllo del traffico sulle strade, del traffico marittimo e fluviale, del movimento di persone alle frontiere e nelle operazioni di ricerca e salvataggio.

Le "bodycams", piccole videocamere incorporate nelle uniformi degli agenti della PSP, sono state uno degli strumenti richiesti dalla polizia e oggetto di dibattito, in particolare a seguito di alcuni casi mediatici in cui le immagini delle operazioni di polizia sono state filmate e condivise attraverso i telefoni cellulari.

Pertanto, questa proposta, che contempla la possibilità che gli elementi della PSP e della GNR utilizzino telecamere portatili di videosorveglianza negli interventi di polizia, è stata ben accolta dagli agenti di polizia.

La proposta indica che le 'bodycams' devono essere collocate "in modo visibile, sull'uniforme o sull'equipaggiamento", e la cattura e la registrazione di immagini e suoni può avvenire solo "in caso di elemento di intervento delle forze di sicurezza, vale a dire quando è in gioco il verificarsi di un reato, una situazione pericolosa, un'emergenza o un cambiamento dell'ordine pubblico, e l'inizio della registrazione deve essere preceduto da un avvertimento chiaramente percepibile, quando la natura del servizio e le circostanze lo permettono."

Le caratteristiche e le regole d'uso delle telecamere "bodycams", così come la forma di trasmissione, immagazzinamento e accesso ai dati raccolti, saranno anche oggetto di un'ordinanza che dovrà essere approvata dal ministro dell'amministrazione interna.

La proposta abrogherà la legge del 2005 sulla videosorveglianza, che è stata modificata nel 2012, giustificando gli attuali cambiamenti del governo con "i progressi tecnologici, che hanno portato a cambiamenti significativi per quanto riguarda le caratteristiche tecniche dei sistemi che il mercato offre in ogni momento".

Il governo afferma anche che la Commissione Nazionale per la Protezione dei Dati non è stata interpellata per un parere, e questa entità deve essere ascoltata dall'Assemblea della Repubblica nel processo legislativo.