Tradotto da José Mário Silva, intitolato "A Promessa", il libro di Damon Galgut racconta una storia del suo paese, ambientata alla fine dell'apartheid, in cui esplora le relazioni tra i membri di una famiglia bianca in decadenza, attraverso la sequenza di quattro funerali che accompagnano il declino della famiglia.

Il nuovo romanzo di Damon Galgut, nominato per la terza volta per questo premio, narra le vicende basate sugli effetti che il processo politico e sociale ha su questa famiglia bianca della periferia di Pretoria.

La giuria del premio ha considerato che è un romanzo che permette al lettore "di vedere e pensare in modo innovativo".

"La promessa" è il nono romanzo di Galgut e il primo in sette anni. L'autore, che vive a Città del Capo, è stato precedentemente selezionato per il Booker nel 2003, con "The Good Doctor", e, nel 2010, con "In a Strange Room". Il suo romanzo del 2005 "The Quarry" è stato adattato per il cinema.

"Questo è un libro sulle eredità, quelle che ereditiamo e quelle che lasciamo, e assegnandogli il Booker Prize di quest'anno, speriamo che risuoni con i lettori per i decenni a venire".

Oltre a Maya Jasanoff, la giuria di quest'anno era composta dall'editore Horatia Harrod, dall'attrice Natascha McElhone, dal professore e scrittore Chigozie Obioma, anche lui selezionato per il Booker nelle edizioni precedenti, e dall'ex arcivescovo di Canterbury Rowan Williams.