La posizione della MIA, in un comunicato, arriva in relazione alla decisione annunciata dalla Commissione europea di proporre un'etichettatura "verde" per alcune attività di gas e di energia nucleare.

"Tenendo conto dei pareri scientifici e degli attuali progressi tecnologici, la Commissione ritiene che ci sia un ruolo per gli investimenti privati nelle attività del gas e del nucleare nella transizione", ha detto la Commissione in un comunicato, assicurando che questo è "in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell'UE" e che permette di "accelerare il passaggio da attività più inquinanti, come la produzione di carbone, a un futuro neutrale per il clima, basato principalmente su fonti di energia rinnovabili."

Questa non è l'idea delle associazioni legate all'ambiente, che si sono già espresse contro, né del MIA, un movimento composto da gruppi e istituzioni ambientaliste in Portogallo e Spagna che si sono espresse contro l'energia nucleare.

Nella dichiarazione rilasciata il 2 febbraio, il movimento, oltre a dire che gli sforzi di decarbonizzazione sono compromessi "dall'opportunismo e dalla capacità di pressione dell'industria nucleare", critica in particolare la Francia per la decisione della Commissione.

"La dipendenza della Francia dall'energia nucleare, che rappresenta il 77% della sua elettricità, accompagnata dagli interessi della Finlandia e di diversi paesi dell'Europa orientale, sta spingendo l'Unione europea in una nuova breccia", avverte la MIA nella dichiarazione.

Questi paesi, dice, vogliono aprire l'accesso a nuovi finanziamenti per l'industria nucleare come attività verde, "con l'illusione che contribuisca all'adattamento e alla mitigazione del cambiamento climatico".

La proposta della Commissione, per diventare effettiva, dovrà essere approvata da 20 dei 27 stati dell'UE e dovrà anche passare attraverso il Parlamento europeo.

Se non ci sarà opposizione, la proposta entrerà in vigore il 1° gennaio 2023.