Come già accaduto con la legge sui metadati, la Corte Costituzionale ha nuovamente ritenuto che le norme penali che puniscono le persone condannate per abbattimento, maltrattamento e abbandono di animali domestici non siano conformi alla legge fondamentale.

Di conseguenza, la legge che prevede la criminalizzazione del maltrattamento di animali domestici, che secondo il quotidiano Público è stata dichiarata incostituzionale per la terza volta il 5 maggio, potrebbe addirittura essere abolita.

Se la Corte Costituzionale deciderà di vietare questa legge, si tornerà al quadro giuridico del 2014, quando la macellazione di un animale o il maltrattamento non era un reato ed era punibile con una multa fino a 3.740 euro per i singoli individui, riporta lo stesso giornale.

La legge è stata dichiarata incostituzionale in base al principio che solo gli attacchi ai valori protetti dalla Costituzione della Repubblica portoghese possono essere puniti con la reclusione, ovvero il diritto alla vita, il diritto all'integrità fisica e morale, la libertà, la sicurezza, la proprietà privata e la libertà di espressione. Secondo Público, i giudici della Corte Costituzionale non concordano su quale valore venga violato quando un animale viene ucciso o maltrattato.

A questo proposito, Inês Sousa Real, leader del PAN (partito noto per la difesa del benessere degli animali), in alcune dichiarazioni rilasciate a Público, ha affermato che la gente non capirà se la Corte Costituzionale abolirà la legge. Inoltre, ha promesso di presentare una proposta di modifica costituzionale per consentire a questi reati di continuare a esistere nel sistema giuridico portoghese.