Ana Matos Pires, che fa parte del Coordinamento Nazionale per le Politiche di Salute Mentale, ha fatto questi commenti in seguito alla pubblicazione dei dati di Infarmed che mostrano che nella prima metà dell'anno sono state vendute 5.532.708 confezioni di antidepressivi, l'8,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, che hanno rappresentato un onere di circa 22,2 milioni di euro per il Servizio sanitario nazionale (Ssn).

Confrontando l'andamento delle vendite dall'ultimo anno prima della pandemia - il 2019 -, risulta che il consumo di antidepressivi è sempre stato in crescita, secondo i dati dell'Autorità Nazionale del Farmaco, relativi ai farmaci con obbligo di prescrizione e rimborsati, dispensati nelle farmacie comunali..

Nel 2019 sono state vendute 9.368.788 confezioni, numero che è salito a 9.803.223 nell'anno successivo e a 10.499.231 nel 2021, con un onere per quest'ultimo anno di circa 41,7 milioni di euro per lo Stato, precisano i dati, rilasciati a Lusa in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, celebrata il 10 ottobre.

Per lo psichiatra, questi dati potrebbero "non essere un cattivo indicatore": "Potrebbero significare che stiamo diagnosticando e trattando più tempestivamente la depressione grave", ha sottolineato.

Ha inoltre spiegato che gli antidepressivi non sono utilizzati solo per il trattamento della depressione, ma anche per molte altre malattie, come il disturbo ossessivo-compulsivo, alcune patologie d'ansia, i disturbi da panico e il trattamento del dolore.