Parlando con i giornalisti all'Assemblea della Repubblica, il deputato del PCP Alfredo Maia ha sottolineato che lo scopo della proposta di legge è quello di garantire il "diritto fondamentale" dei lavoratori a riposare e a trascorrere del tempo con le loro famiglie.
"Ci capita spesso di visitare e contattare i lavoratori, soprattutto nei centri commerciali, che spesso ci dicono: 'Non vedo mio figlio da una settimana' o 'Non vedo mio marito sveglio da una settimana', perché questi lavoratori spesso lavorano a turni, a volte anche di notte", ha affermato.
Per rispondere a questa situazione, il PCP propone di chiudere tutte le attività commerciali in generale, e i centri commerciali in particolare, la domenica e nei giorni festivi, e di chiudere alle 22.00 nei giorni feriali.
Il deputato ha sottolineato che ci sono servizi che non rientrano in questa misura, come ristoranti, farmacie, teatri o cinema.
Nel disegno di legge, il PCP prevede che gli esercizi aperti al pubblico presso le stazioni di servizio, le stazioni degli autobus, dei treni, dell'aria o del mare possano rimanere aperti 24 ore su 24, sette giorni su sette.
I ristoranti, i caffè, le birrerie, gli snack bar o i ristoranti self-service possono rimanere aperti fino alle 2 del mattino tutti i giorni della settimana, così come i minimarket, mentre i "locali notturni", come le discoteche, devono chiudere entro le 4 del mattino.
Il partito ammette anche che ci può essere una differenziazione degli orari di apertura in base a "condizioni specifiche", come feste tradizionali o culturali o zone balneari, che permettono di "rispondere a caratteristiche e vincoli locali specifici".
Per quanto riguarda gli orari di apertura degli esercizi commerciali, il PCP ritiene che questa decisione debba essere presa dai Comuni, ad eccezione degli esercizi soggetti ad autorizzazione rilasciata dalle Commissioni Regionali di Coordinamento e Sviluppo (CCDR), previa consultazione dei sindacati, delle associazioni dei datori di lavoro e dei consumatori.
Alla domanda se non sia preoccupato che queste chiusure possano avere un impatto sui salari dei lavoratori, Alfredo Maia ha risposto che il problema dei salari "non può essere risolto con la cosiddetta compensazione per il lavoro domenicale".
"Può essere risolto, invece, aumentando gli stipendi di questi lavoratori. È importante sottolineare che una buona parte, se non la maggioranza, dei lavoratori di questo settore percepisce il salario minimo, o quasi", ha sottolineato.






