Nella denuncia, riportata da Expresso, Garcia Pereira chiede ad Amadeu Guerra di procedere con la procedura appropriata per lo scioglimento del Chega.
Chiede inoltre l'apertura di un'indagine penale contro il presidente del partito, André Ventura, e altri dirigenti, per incitamento all'odio, e l'adozione di misure giudiziarie e amministrative per la rimozione urgente dei manifesti con messaggi di "incitamento all'odio e alla violenza contro gruppi di cittadini".
Nella sua arringa, l'avvocato ricorda che la Costituzione della Repubblica portoghese non ammette "organizzazioni razziste o che sposano l'ideologia fascista" ed elenca episodi di comportamento dei membri della Chega che, a suo dire, "rappresentano l'innalzamento a un livello (ancora più) elevato di un comportamento sistematico di violazione di questi principi democratici essenziali".
L'avvocato e professore universitario, tra gli altri esempi, ricorda le recenti parole di André Ventura, quando ha sostenuto che il Portogallo ha bisogno di "tre Salazar", e i manifesti con messaggi che fanno riferimento al Bangladesh e alla comunità gitana.
Garcia Pereira cita anche i post sui social media del leader del partito Chega contro i rom, quando si riferisce a questa comunità come a "persone che 'pensano di avere diritti e privilegi' e che non rispettano la legge".
L'autore della denuncia avverte anche di una "banalizzazione degli insulti più beceri e dei discorsi di odio" contro "gli avversari politici e alcune comunità", ricordando quando il leader parlamentare del Chega, Pedro Pinto, ha sostenuto, a proposito della morte di Odair Moniz, che "se la polizia sparasse per uccidere, il Paese sarebbe in ordine".
António Garcia Pereira ritiene chiaro che Ventura, così come Rita Matias, Pedro Pinto e Pedro Frazão, abbiano "diffamato gruppi di persone a causa della loro razza, colore, origine etnica o geografica e religione, incitando e incoraggiando la discriminazione, l'odio e persino la violenza contro tali gruppi".
"Inoltre, ci sono già stati diversi casi di attacchi completi e barbari contro questi cittadini, avvenuti nell'Algarve, a Porto e nella Grande Lisbona, che hanno causato a tutti una forte paura e una limitazione della loro libertà di azione (in particolare, uscire per strada e andare in un caffè, a scuola dei loro figli o al supermercato)", si legge nella denuncia.
Secondo Garcia Pereira, nessuna concezione della libertà di espressione "può giustificare questo tipo di condotta" e questi comportamenti sono esempi di "violazioni molto gravi e giuridicamente inammissibili sia dei principi fondamentali dello Stato di diritto democratico sia dei diritti, delle libertà e delle garanzie fondamentali dei cittadini coinvolti".
Il professore universitario ritiene che la Procura della Repubblica "ha la legittimità e l'obbligo di avviare un procedimento penale per indagare e accertare i fatti", ricordando che spetta a questo organo "esercitare un'azione penale guidata dal principio di legalità e difendere la legalità democratica."
"Che sono stati quindi gravemente, deliberatamente, palesemente e ripetutamente violati dalla condotta del partito Chega e del suo suddetto presidente e massimo dirigente, André Ventura", conclude l'avvocato.







