Nel documento, che traccia il profilo e le destinazioni preferite dai turisti itineranti europei, tra i turisti itineranti che pianificano un viaggio al di fuori del proprio Paese, l'Italia è quest'anno la destinazione estera preferita (25%), seguita da Portogallo (18%) e Spagna (15%, passando dal primo al terzo posto), a dimostrazione del forte appeal dell'Europa meridionale.

L'analisi afferma inoltre che il contributo economico dei turisti itineranti è stimato in 1,54 miliardi di euro per l'estate 2025, con un aumento del 10,3% rispetto all'anno precedente e, nonostante una revisione al ribasso della spesa media per notte (da 52 euro contro 56 euro nel 2024), l'impatto economico del turismo in camper continua a crescere, secondo un rapporto di Publituris.

Un altro dato che emerge da questo studio è che, a differenza dei turisti tradizionali, i turisti itineranti continuano a preferire periodi al di fuori dei due mesi più affollati dell'alta stagione. L'indagine mostra che nel 2025 il 64% dichiara di voler viaggiare a settembre e il 58% a giugno, contro il 50% di agosto e il 47% di luglio.

Lo studio conferma anche che i turisti itineranti prediligono i viaggi lunghi: nel 2025, quasi il 70% prevede di viaggiare per tre settimane o più, con il 44% che prevede di fermarsi più di un mese nello stesso luogo, una tendenza che rivela il desiderio di un'immersione prolungata nei luoghi, lontano dal turismo frenetico, perfetto per rilanciare le economie regionali.

Secondo le statistiche più recenti, in Europa ci sono circa 3 milioni di camper, di cui più di 13.000 sono registrati in Portogallo.

Olivier Coudrette, direttore generale di Camping-Car Park, ha commentato i risultati del barometro, che dimostrano che "il turismo itinerante svolge ormai un ruolo importante nel panorama turistico".

"Stimato a 30 milioni di notti per la stagione estiva 2025, [la sua] crescita non mostra segni di rallentamento", afferma, aggiungendo che la sfida va oltre i numeri. "Sono i comportamenti a cambiare profondamente: quasi due terzi dei viaggi avvengono ormai al di fuori dei mesi di luglio e agosto, segno di una volontà di distribuire meglio i flussi e adottare una mobilità più fluida", ha spiegato, concludendo che "questo modo di viaggiare apre nuove prospettive per ripensare l'accoglienza, destagionalizzare l'attività turistica e rafforzare gli impatti economici locali".