"I pannelli solari hanno prodotto il 10% dell'elettricità dell'UE (39 TWh [terawattora]) nel periodo giugno-luglio 2021, rispetto ai 28 TWh dello stesso periodo del 2018. La crescita sta accelerando: l'UE ha visto la produzione solare aumentare di 5,1 TWh tra giugno-luglio 2020 e 2021, una variazione annuale maggiore rispetto al 2020 (+3,1 TWh) o al 2019 (+2,6 TWh)", rivela l'ultima analisi del gruppo di riflessione e ricerca sull'energia EMBER, in collaborazione con l'Associazione Sistema Terrestre Sostenibile - ZERO per il caso del Portogallo.

Secondo l'analisi condotta da EMBER, nel caso del Portogallo, nel 2018 la produzione di energia elettrica da fonti solari ha raggiunto 176 gigawattora (GWh) nei mesi di giugno e luglio, mentre quest'anno ha raggiunto 392 GWh. In termini percentuali, mentre nel 2018 la frazione di produzione solare era del 2%, quest'anno ha raggiunto il 6%, cioè tre volte di più. Tuttavia, i pannelli solari hanno prodotto meno elettricità delle centrali elettriche a carbone europee, anche in piena estate, ed è necessario raddoppiare la crescita annuale della produzione solare per raggiungere gli obiettivi di emissione dell'UE per il 2030.

Nei mesi di giugno e luglio di quest'anno, sette Paesi dell'UE hanno prodotto più di un decimo della loro elettricità con pannelli solari, con i Paesi Bassi (17%), la Germania (17%), la Spagna (16%), la Grecia (13%) e l'Italia (13%) in testa. L'Ungheria ha quadruplicato la sua quota di energia solare da giugno-luglio 2018, mentre i Paesi Bassi e la Spagna sono raddoppiati e l'Estonia e la Polonia sono passate da una produzione di energia solare quasi nulla nel 2018 al 10 per cento e al 5 per cento, a giugno e luglio 2021. Per la prima volta, l'Ungheria ha visto, quest'estate, l'energia solare superare quella prodotta dal carbone, una pietra miliare che era già stata raggiunta l'anno scorso da Grecia e Portogallo e, diversi anni fa, da Paesi Bassi, Italia, Francia, Spagna, Austria e Belgio.