In una breve nota pubblicata sul sito della Presidenza, si descrive l'emanazione del diploma che modifica la legge n. 37/2012.

Il decreto legge è stato approvato dall'Assemblea della Repubblica il 5 novembre, con i voti favorevoli di tutti i partiti.

I disegni di legge in questione proponevano modifiche allo Statuto dei donatori di sangue, per porre fine alle discriminazioni contro i donatori basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere, a seguito di denunce di situazioni che continuano a persistere.

Il testo finale definisce che "coloro che rispettano criteri di idoneità oggettivamente, chiaramente e proporzionalmente definiti, e che rispettano i principi di riservatezza, equità e non discriminazione, per ordine del Ministero della Salute" possono donare sangue.

"I criteri di idoneità definiti nei termini del numero precedente non possono discriminare il donatore di sangue in base al suo orientamento sessuale, alla sua identità ed espressione di genere e alle sue caratteristiche sessuali", si legge nel testo.

Si definisce inoltre che "è responsabilità dei centri ematologici assicurare che i donatori di sangue soddisfino tutti i criteri di idoneità e che questi criteri siano applicati in modo oggettivo, uguale e proporzionale a tutti i candidati".

Nello stesso articolo, riferendosi alla donazione di sangue, si stabilisce anche che l'Istituto Portoghese del Sangue e dei Trapianti "promuove la formazione degli operatori sanitari che lavorano in questa materia, secondo i criteri e i principi definiti nei termini del presente articolo".

Il testo finale definisce anche la promozione, da parte dell'Istituto Portoghese del Sangue e dei Trapianti, "in collaborazione con le istituzioni educative", di una campagna annuale "per incoraggiare la donazione di sangue da parte dei giovani".

Nell'ottobre di quest'anno, l'Instituto Português do Sangue ha presentato tre processi d'inchiesta contro professionisti per presunte pratiche discriminatorie nella donazione di sangue di uomini omosessuali, comprendendo che non ci sono fatti che giustifichino infrazioni disciplinari.