Nata dalla fusione di parte delle funzioni del Servizio stranieri e frontiere(SEF) e dell'Alto commissariato per le migrazioni, la nuova agenzia è entrata in funzione a fine ottobre con grandi promesse che, ad oggi, non sono ancora state mantenute.

La fine del governo e la fissazione delle elezioni a marzo hanno messo a rischio gli impegni dell'esecutivo socialista, in un momento in cui, ogni giorno, centinaia di richieste di regolarizzazione entrano in un sistema che non riesce ancora a dare una risposta sufficiente.

Entro la fine dell'anno, l'esecutivo aveva promesso di risolvere le decine di migliaia di casi di richieste di ricongiungimento familiare in ritardo che stanno causando lamentele, perché si tratta di qualcosa di imposto dalla legge.

Il Portogallo è uno dei pochi Paesi europei che permette a un lavoratore immigrato irregolare di richiedere un visto alle autorità nazionali e questi sono i casi che intasano il sistema.

Tutto ciò che serve è un indirizzo, un codice fiscale e un contratto di lavoro per fare la richiesta, indipendentemente dal fatto che si sia entrati come turisti, una situazione che ha portato a un aumento esponenziale delle richieste.

La nuova agenzia ha ereditato 350.000 casi pendenti a ottobre, l'ultima volta che sono stati resi noti i numeri.

Possibili soluzioni?

Per cercare di risolvere la situazione, il governo ormai uscente ha promesso di investire nella modernizzazione del sistema informatico, con un portale già aperto alle richieste di concessione e rinnovo dei permessi di soggiorno, uno dei problemi della SEF, che non riusciva a rispondere alle richieste e presentava diversi problemi strutturali.

Parallelamente, nel primo trimestre del 2024, l'esecutivo ha dichiarato che lancerà un'operazione in collaborazione con i comuni e gli uffici di sostegno agli immigrati, con risorse dell'AIMA nei magazzini dei cittadini, per soddisfare le richieste pendenti.

L'elenco delle promesse include nuovi programmi di insegnamento del portoghese agli immigrati, un nuovo call center telefonico di qualità e un nuovo centro multidisciplinare per gestire i processi di protezione internazionale, accompagnando i rifugiati e i richiedenti asilo dal loro ingresso all'integrazione.

La creazione dell'AIMA quest'anno ha mantenuto una vecchia promessa del PS, che difendeva la fine della SEF.

Le competenze del SEF sono state trasferite a sei organizzazioni, passando le funzioni di polizia al PSP, al GNR e alla polizia giudiziaria.

Le funzioni amministrative relative ai cittadini stranieri sono state trasferite alla nuova agenzia e all'Istituto dei registri e dei notai(IRN); è stata inoltre creata l'Unità di coordinamento delle frontiere e degli stranieri, che opera sotto l'autorità del segretario generale del Sistema di sicurezza interna.

Gli ispettori sono stati trasferiti alla PJ e i dipendenti non di polizia all'AIMA e all'IRN, con un "regime transitorio di assegnazione funzionale" che consente agli ispettori del SEF di svolgere funzioni per un massimo di due anni nella GNR e nella PSP ai posti di frontiera aerei e marittimi.

All'AIMA, che è subentrata anche all'Alto Commissariato per le Migrazioni, sono rimasti 590 lavoratori delle carriere generali e informatiche del SEF.

Con un budget di 81 milioni di euro, la nuova agenzia ha 740 dipendenti e prevede 190 nuove assunzioni e nel suo statuto il governo afferma che "il modello di governance ora determinato attua un cambio di paradigma nel modo in cui la Pubblica Amministrazione si relaziona con i cittadini stranieri, sia al momento del loro ingresso e soggiorno nel territorio nazionale, sia al momento della loro accoglienza e integrazione".

Questo nuovo modello mira anche a combattere il razzismo e a integrare i gruppi etnici, "migliorando la qualità dei servizi pubblici, con guadagni di efficienza, e le risorse ad essi destinate, massimizzando le sinergie e potenziandone i risultati".