Tra il 1996 e il 2024, il saldo dei flussi con Bruxelles ammonterà in media all'1,6% del Prodotto Interno Lordo (PIL), secondo i dati diffusi dalla Banca del Portogallo(BdP) e riportati dall'ECO.

Nel 2024, il saldo delle partite correnti e dei capitali è stato di 9.344 milioni di euro, pari al 3,3% del PIL, di cui 3.702 milioni di euro (1,3%) corrispondono al contributo dei flussi con l'Unione Europea.

"Durante il periodo della pandemia, in particolare nel 2020 e nel 2021, i flussi con l'Unione Europea sono stati decisivi per i saldi positivi del conto corrente e del conto capitale, dato che le altre componenti di questi saldi presentavano saldi negativi", sottolinea l'istituzione guidata da Mário Centeno. La media è in diminuzione, essendo passata dal 2,1% tra il 1996 e il 2005 all'1,5% tra il 2006 e il 2015 e all'1,1% tra il 2016 e il 2024.

Nel 2024, l'importo totale dei sussidi assegnati al Portogallo ammonterà a 2.447 milioni di euro, pari allo 0,9% del PIL. Il valore è anche la media tra il 1996 e il 2024, periodo durante il quale ha oscillato tra lo 0,5% e l'1,2% del PIL.

La Banca del Portogallo sottolinea inoltre che l'importo assegnato ai beneficiari finali residenti in Portogallo dei fondi europei sotto forma di cooperazione internazionale corrente è stato di 663 milioni di euro, pari allo 0,2% del PIL. L'istituto evidenzia che "il valore più alto, verificato nel 2021, pari a 2087 milioni di euro (1,0% del PIL), si è verificato grazie all'assegnazione di fondi comunitari nell'ambito del programma Apoiar (finanziato dal FESR), uno strumento di sostegno alla tesoreria delle imprese dei settori più colpiti dalla pandemia di Covid-19".

Gli stanziamenti registrati nel conto dei redditi secondari hanno rappresentato, in media, lo 0,3% del PIL dal 1996. Il regolatore sottolinea che l'assegnazione di fondi UE può essere registrata anche nel conto capitale, sotto la voce aiuti agli investimenti, come nel caso degli importi stanziati nell'ambito del Fondo di coesione e del Piano di ripresa e resilienza (RRP), nonché dei programmi Horizon 2020 e Horizon Europe.

Nel 2024, i fondi assegnati ai beneficiari finali registrati come aiuti agli investimenti ammonteranno a 2.990 milioni di euro, pari all'1,1% del PIL. La Banca del Portogallo sottolinea che "dal 1996 si è registrata una tendenza al ribasso nell'assegnazione dei fondi registrati come aiuti agli investimenti", con questi che rappresentano in media l'1,9% del PIL tra il 1996 e il 2005 e l'1,4% tra il 2006 e il 2015, ma solo l'1,0% tra il 2016 e il 2024.

D'altro canto, per quanto riguarda i pagamenti del Portogallo all'UE, spiccano il contributo finanziario del Paese al bilancio comunitario e i dazi doganali e i prelievi agricoli applicati alle importazioni di merci da Paesi terzi, che costituiscono un'entrata per l'UE, osserva la Banca del Portogallo.

Nel 2024, il Portogallo ha trasferito all'UE 2.428 milioni di euro, pari allo 0,9% del PIL, di cui 2.059 milioni di euro corrispondono al contributo finanziario al bilancio del blocco.

"I trasferimenti portoghesi all'Unione Europea sono rimasti relativamente costanti dall'inizio della serie statistica, nel 1996, con una media dell'1,0% del PIL e valori compresi tra lo 0,8% e l'1,2% del PIL", afferma l'ente guidato da Mário Centeno.