All'inizio del processo, la donna di 42 anni ha preso il comando del caso, ma ha confermato la complicità del marito di 50 anni.

"Volevo smettere ma non sapevo come", ha detto la donna.

La coppia aveva divorziato ma nel frattempo si è riconciliata, presumibilmente in nome della salute e della felicità di una figlia di 9 anni, che ha problemi di salute.

In vista della piena ammissione dei fatti, la corte ha respinto l'audizione dei testimoni.

Nelle accuse finali, il Ministero Pubblico (MP) ha chiesto la condanna degli imputati per quattro reati di frode fiscale contro le SS e due reati di frode informatica.

Tuttavia, il MP ha chiesto alla corte di tener conto della confessione e del fatto che la coppia aveva una figlia con problemi di salute.

L'avvocato della difesa ha chiesto una sospensione della pena, subordinata al pagamento completo alle SS dell'importo indebitamente ricevuto.

La lettura della sentenza era prevista per il 2 giugno.

Secondo l'accusa, la coppia ha falsificato le dichiarazioni mediche e i certificati di nascita, che hanno presentato ai servizi delle SS e che hanno portato questo organismo ad assegnare il sostegno, cioè l'assegno familiare, l'assegno prenatale, l'assegno parentale e il reddito di inserimento sociale.

L'accusa dice che gli imputati, "in comune di sforzi e intenzioni, generarono e misero in atto uno schema fraudolento, con l'obiettivo di ingannare i servizi del Centro Distrettuale di Braga dell'Istituto di Sicurezza Sociale, per ricevere indebitamente assegnazioni patrimoniali".

A questo scopo, "presunti figli mai esistiti" sono stati registrati presso la SS.

Nel luglio 2011, è stato chiesto loro di assegnare un numero di identificazione SS a una delle "figlie" che avevano inventato.

Nel novembre 2012, hanno ripetuto la procedura, questa volta per presunte tre gemelle.

Hanno presentato certificati medici di gravidanza, dichiarazioni dell'ospedale di Braga e certificati di nascita falsificati, ottenendo così che l'SS attribuisse loro il normale sostegno derivante dalla nascita dei figli.

Il sostegno è stato concesso fino alla metà del 2019.

Allo stesso tempo, gli imputati hanno anche cercato di ricevere il sostegno per i loro nipoti, dopo essere entrati abusivamente nella piattaforma 'online' delle SS con la password del padre dei bambini.

La Procura chiede che gli imputati siano condannati a pagare congiuntamente allo Stato la somma di 37.658 euro, "che corrisponde al vantaggio dell'attività criminale" sviluppata da loro.