Secondo Lusa, nella proposta di legge, che è firmata dal leader del partito, André Ventura, Chega propone di cambiare il Codice Penale con l'obiettivo di creare una "nuova disposizione normativa che attribuisca agli informatori, nei casi di reati di corruzione e di influenza illegale, il 10% dei beni o dei redditi sequestrati o confiscati come proventi di atti criminali".

Ventura ritiene che questo sia "essenziale per proteggere adeguatamente chi denuncia i reati di corruzione", mentre il partito sottolinea anche che deve essere sancito uno "stimolo economico che aiuti a rompere i legami di lealtà istituzionale o anche di dipendenza finanziaria".

"È importante creare ulteriori fattori motivazionali che liberino il whistleblower dalla rete criminale e dall'insieme di dipendenze associate", si legge nel diploma.

Chega propone di modificare gli articoli 335 e 374B del codice penale - che legiferano, rispettivamente, il traffico d'influenza e l'esenzione o attenuazione della pena - in modo che prevedano, in entrambi i casi, che il whistleblower sia "fondamentale per la scoperta e la punizione dei crimini" di corruzione passiva o attiva e benefici di una "attribuzione del 10 per cento delle entrate sequestrate o confiscate come prodotto dell'attività criminale".

Secondo il progetto di legge, l'importo che verrebbe assegnato al denunciante sarebbe determinato "dal tribunale" e diventerebbe "parte integrante della sentenza finale".

Nel documento, Chega ritiene che la "lotta contro la corruzione è stata, in Portogallo, manifestamente insufficiente" e, pur riconoscendo che il governo "ha già approvato una serie di norme in materia", denuncia che "c'è un'eccessiva garanzia delle norme procedurali e materiali in materia penale", così come un "disinteresse di alcuni agenti pubblici" per il fenomeno.

"C'è ancora molta strada da fare in questo campo, ma con la volontà politica e l'immaginazione legislativa, è possibile fare alcuni passi sicuri verso l'eliminazione della corruzione in Portogallo".