"Il nuovo aumento dei prezzi annunciato ha suscitato indignazione e confusione tra i consumatori. Ma la maggior parte dei contratti prevede queste variazioni di prezzo, quindi non c'è alcuna illegalità", secondo l'associazione per i diritti dei consumatori DECO Proteste.

Questo perché "gli operatori hanno iniziato a introdurre, a partire dal 2017, nuove clausole contrattuali nelle condizioni consegnate, sia nei nuovi contratti che nelle rinegoziazioni" e le "clausole prevedono aggiornamenti annuali dei prezzi in base al tasso di inflazione ed escludono la possibilità di rescindere il contratto senza costi".

L'aumento deve essere chiaro, avverte DECO Proteste

"Per i consumatori che si trovano all'interno di un periodo di fedeltà, i loro diritti dipendono dalla presenza o meno, nel contratto firmato con l'operatore, della clausola che fa riferimento alla possibilità di aggiornamenti annuali dei prezzi in base all'IPC o al tasso di inflazione".

Per questo motivo, è necessario controllare il contratto iniziale, così come le eventuali modifiche apportate successivamente. "In alcuni casi, sono stati inviati addendum al contratto che contenevano questa clausola. Se vi trovate di fronte a questo aumento e non riuscite a trovare questa informazione, chiedete all'operatore una prova della vostra comunicazione".

"Se il contratto (comprese le successive modifiche) non contiene la suddetta clausola, l'operatore ha l'obbligo di informare il cliente prima dell'aumento del prezzo e con almeno 30 giorni di anticipo. Deve inoltre avvertire il consumatore della possibilità di recedere dal contratto senza alcun addebito, qualora non accetti le nuove condizioni", secondo quanto riportato da NM.

Tuttavia, "se la clausola è inclusa nel contratto, l'operatore non è legalmente obbligato ad avvisare il cliente prima dell'aumento del prezzo, purché la variazione di prezzo da applicare non sia superiore a quella prevista dall'indice utilizzato. Pertanto, il consumatore non può recedere dal contratto, perché non vi è alcuna modifica contrattuale".

A prescindere dalla situazione, l'organizzazione per la tutela dei consumatori "sostiene che l'aumento di prezzo deve essere chiaro e che la comunicazione deve essere garantita con almeno 30 giorni di anticipo, in qualsiasi situazione, indipendentemente da quanto stabilito nel contratto".

"Il consumatore deve sapere, con largo anticipo, quale sarà l'esatto aumento di valore che subirà, poiché questo ha un impatto sui bilanci familiari".

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