La direttrice esecutiva dell'Associazione portoghese del tessile e dell'abbigliamento(ATP), Ana Paula Dinis, ritiene che due euro per ordine "sia un valore ridicolmente basso" per la tariffa che la Commissione europea sta studiando per frenare l'alto volume di articoli Shein e Temu che entrano in Europa.

"Dovremmo applicare una tassa di 20 euro" agli acquisti effettuati su queste piattaforme di e-commerce, ha sostenuto il funzionario parlando al Diário de Notícias, suggerendo che l'importo richiesto dovrebbe finanziare le risorse umane e finanziarie per garantire un maggiore controllo di questi ordini alle frontiere.

Sulla stessa linea, César Araújo, presidente dell'Associazione nazionale delle industrie dell'abbigliamento(ANIVEC), ammette che la proposta preliminare di Bruxelles è "uno scandalo". Secondo il funzionario, in Europa entrano articoli "senza alcun controllo doganale", che "possono essere vestiti, armi o altri prodotti". Questi ordini "non costano nulla, non sono accompagnati da una fattura e non passano attraverso alcun controllo. Stiamo parlando della più grande frode fiscale del XXI secolo", sottolinea.

Entrambe le associazioni chiedono quindi la fine della regola che esenta gli acquisti fino a 150 euro dai dazi doganali e dal pagamento dell'IVA per le transazioni di valore inferiore a 20 euro. "La regola deve finire, e l'IVA e i dazi doganali devono essere applicati agli acquisti su queste piattaforme. E questo deve avvenire ora, perché rischiamo di non avere più un'industria e un commercio al dettaglio", afferma Ana Paula Dinis.