"L'ANA non ha alcun interesse economico in una soluzione o nell'altra", ha garantito Thierry Ligonnière, ascoltato dalla commissione parlamentare per l'Economia, l'Innovazione, i Lavori Pubblici e l'Abitazione, in merito alla costruzione del nuovo aeroporto di Lisbona nella Base Aerea n. 6, a Montijo, la cui richiesta è stata respinta dall'Autorità Nazionale per l'Aviazione Civile (ANAC), per mancanza di un parere positivo da parte di tutti i comuni interessati.

A seguito del rifiuto, lo Stato ha deciso di procedere con una valutazione ambientale strategica, che analizzerà tre opzioni: L'aeroporto Humberto Delgado come aeroporto principale e integrato da quello di Montijo; Montijo come aeroporto principale e integrato da Humberto Delgado; oppure la costruzione di un nuovo aeroporto presso il poligono di Alcochete.

"Riteniamo che Montijo sia la soluzione più rapida [...] e senza costi per i contribuenti, cosa che non accade con le altre opzioni", ha aggiunto l'amministratore delegato di ANA, che ha un contratto di concessione con lo Stato per la gestione degli aeroporti del Paese.

In relazione al contratto di concessione con lo Stato, ha spiegato che prevede due opzioni: un'opzione greenfield che prevede la disattivazione dell'attuale aeroporto di Lisbona, oppure una soluzione alternativa proposta dal concessionario.
Il responsabile di ANA/Vinci ha spiegato che qualunque sia la soluzione prevista dal contratto, essa dovrà essere "riequilibrata attraverso un aumento delle tariffe o, se questo non fosse sufficiente, con il ricorso a risorse pubbliche", insomma l'ANA non ci rimetterà.

Interrogato su un'eventuale compensazione dovuta dallo Stato ad ANA se scegliesse una località diversa da Montijo, suggerita nel 2015 dal gestore aeroportuale Vinci, Thierry Ligonnière ha assicurato che ANA è "un partner dello Stato portoghese", che è "sovrano" nella scelta dell'ubicazione del nuovo aeroporto.

"In quanto tale, non c'è spazio per compensazioni per la scelta di una o dell'altra soluzione prevista dal contratto. [...] Siamo partner dello Stato nello sviluppo delle infrastrutture aeroportuali e, pertanto, collaboreremo naturalmente all'attuazione della soluzione scelta, qualunque essa sia", ha assicurato.

Thierry Ligonnière ha spiegato che la soluzione di Montijo si concluderà entro quattro anni, a partire dalla firma del contratto che definisce le condizioni di attuazione, mentre una soluzione ad Alcochete richiederebbe di ricominciare il processo da capo, con la valutazione ambientale e la realizzazione degli studi necessari, ad esempio, che richiederebbero più tempo per essere conclusi.

Il prezzo di questo ritardo, ha detto, sarebbe l'assenza di entrate e la perdita di opportunità, a partire dalla ripresa del traffico aereo ai valori precedenti alla pandemia, che l'Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) indica per il 2024.

Interrogato su un rapporto di ANA del 2007, in cui il manager sconsigliava l'opzione Montijo per l'espansione della capacità aeroportuale, Thierry Ligonnière ha detto di non conoscere i dettagli dello studio, in quanto realizzato prima della vendita di ANA al gruppo francese Vinci, completata nel 2013, ma ha sostenuto che "le circostanze che esistevano nel 2007 non esistono più" e che il mondo "è cambiato radicalmente negli ultimi due anni".

"Siamo sempre disponibili ad accompagnare lo Stato portoghese [...] per definire oggettivamente, aiutare, consigliare le soluzioni aeroportuali che meglio si adattano alle specifiche della concessione", ha ribadito il funzionario, aggiungendo che tali specifiche definiscono che "non c'è ricorso a denaro pubblico" nella costruzione di questa infrastruttura.

In merito alla necessità di un parere positivo da parte di tutti i comuni interessati, il presidente del consiglio direttivo dell'ANA si è limitato a dire che confida nel fatto che lo Stato "salvaguardi l'interesse generale", ossia attraverso la legislazione.