Il ministro degli Esteri portoghese, João Gomes Cravinho, e i suoi omologhi di Irlanda, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Spagna e Svezia, hanno firmato una lettera a Olivér Várhelyi, commissario europeo per la politica di vicinato e allargamento, secondo Politico.

Nel documento, datato 8 aprile, i firmatari difendono che l'obiettivo dell'Unione Europea (UE), e della comunità internazionale, dovrebbe essere quello di "rafforzare l'autorità palestinese". In questo senso, la lettera esprime che il "continuo ritardo" nella fornitura di sostegno alla Palestina minaccia di avere l'effetto opposto all'obiettivo previsto, per cui chiedono finanziamenti "il più presto possibile".

Un sostegno non ampio

Secondo il gruppo di firmatari, la "condizionalità" nel settore dell'educazione, imposta all'accesso della Palestina ai fondi europei, "non gode di un ampio sostegno" tra gli stati membri. La lettera chiede anche la presentazione della proposta originale e si esige il rilascio "immediato" dei fondi europei.

In gioco c'è una controversia sui libri di testo scolastici palestinesi, per presunti messaggi antisemiti e di incitamento alla violenza. Una discussione interna è quindi in corso intorno al condizionamento del sostegno finanziario alla Palestina, attraverso modifiche al contenuto dei suoi libri di testo.

Nella lettera presentata in duplice copia al presidente della Commissione europea, von der Leyen, i 15 paesi chiedono un ritorno alla proposta del 15 dicembre, a rischio di "minare, o addirittura invertire" i progressi realizzati finora. Poiché le autorità palestinesi si sono già impegnate nel programma di riforma dell'istruzione, la nuova misura rischia di danneggiare il dialogo con i palestinesi "su questa e altre questioni", si legge.

L'opposizione

In direzione opposta, una lettera firmata da 32 deputati sostiene che i fondi europei non devono essere utilizzati per finanziare impropriamente l'incitamento alla violenza.

In questa lettera, firmata da Anna-Michelle Asimakopoulou, presidente del gruppo interparlamentare Transatlantico Amici di Israele, si menziona che da diversi anni i libri scolastici delle autorità palestinesi "incitano gli scolari a odiare gli ebrei e a imitare i terroristi", e chiarisce che, pur sostenendo il finanziamento della Palestina, questo non deve essere fatto in modo improprio.