Dall'introduzione della prima capsula endoscopica nel 2000, è diventata un esame essenziale nell'indagine e nella diagnosi delle malattie del piccolo intestino, poiché raggiunge punti che altri esami endoscopici essenziali (endoscopia alta e colonscopia) non raggiungono.

Il primo passo consiste nel preparare l'intestino, lasciandolo pulito per poterlo osservare correttamente. La preparazione consiste nell'ingestione di un lassativo liquido insieme a una dieta liquida a partire dal giorno precedente l'esame. Questa fase è fondamentale per garantire che la superficie dell'intestino possa essere analizzata completamente. Dopo questa prima fase di preparazione dell'intestino, la capsula viene deglutita con acqua e si fa strada lungo il tratto digestivo, spinta dai normali movimenti digestivi. Nell'arco di 14 ore, la capsula registra le immagini mentre attraversa l'intestino. Durante questo esame non è necessario il ricovero in ospedale e il paziente può continuare la sua vita normale. Le immagini vengono poi elaborate e visualizzate su un monitor dal gastroenterologo. Dopo 24-72 ore, la videocapsula viene eliminata naturalmente con le feci.

La decisione sulla necessità di sottoporsi a un esame diagnostico spetta sempre al medico, in base alle caratteristiche individuali del paziente, ai suoi disturbi o alla sua malattia.

Di norma, questo esame è indicato in caso di emorragia digestiva oscura; anemia da carenza di ferro; nella diagnosi e classificazione del morbo di Crohn; nella celiachia; nella diagnosi di tumori dell'intestino tenue e di sindromi poliposiche ereditarie.

Come qualsiasi altro esame medico, la videocapsula ha i suoi limiti. Ad esempio, non è possibile ottenere campioni o eseguire procedure terapeutiche durante l'esame. Inoltre, presenta delle controindicazioni, tra cui l'esistenza o il sospetto di stenosi, ostruzioni intestinali o fistole.

Dato l'eccellente profilo di sicurezza, la maggiore tolleranza, la possibilità di una valutazione completa dell'intestino tenue e l'elevata capacità diagnostica, la videocapsula endoscopica è il miglior metodo non invasivo per valutare questo organo. Tuttavia, come per qualsiasi altro esame medico in cui si utilizzano dispositivi o farmaci, esistono alcuni rischi associati. Il rischio maggiore associato a questo esame è la ritenzione della videocapsula nel tratto digestivo. Ciò può comportare la necessità di effettuare una radiografia per localizzare e identificare la causa di questo fenomeno e, infine, di sottoporsi a un'enteroscopia a doppio palloncino o, in casi estremi, a un intervento chirurgico per rimuovere la capsula. Tuttavia, nella grande maggioranza dei casi (99%) la videocapsula viene smaltita senza problemi.

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