Fino a mercoledì, termine ultimo per la registrazione nel Sistema di Registrazione dei Cittadini dell'Unione Europea [EU Settlement Scheme, EUSS], i rispettivi documenti di identificazione nazionale erano accettati per provare il diritto a lavorare, studiare o ricevere supporto sociale.

Ma giovedì entra in vigore il nuovo sistema di prova dello status di immigrazione, interamente digitale, realizzato attraverso il portale del governo britannico(https://www.gov.uk/view-prove-immigration-status).

Il cittadino deve entrare nel profilo con il numero del documento che ha usato per ottenere lo status di residente, permanente o temporaneo, e inserire la data di nascita, dopo di che riceve un codice di accesso di sei cifre per telefono o e-mail.

In questo profilo, oltre a confermare lo status, può scegliere l'opzione di condividere lo status con qualcuno, come il suo datore di lavoro o altra entità, sotto forma di un codice.

Questo codice viene poi utilizzato, insieme alla data di nascita, per confermare il diritto alla residenza, al lavoro, ai servizi sanitari o educativi, all'alloggio e al sostegno sociale.

Il governo britannico ha sostenuto fin dall'inizio che la prova della residenza digitale previene problemi come la perdita, la falsificazione o il deterioramento nel tempo.

Ma gli attivisti hanno ripetutamente avvertito dei problemi causati dalla mancanza di una prova fisica, dato che le stampe del profilo o la conferma via email della registrazione all'EUSS non sono accettate.

Uno studio accademico recentemente pubblicato dal gruppo UK in a Changing Europe ha avvertito delle difficoltà e dei rischi che il processo elettronico pone per gli info-esclusi, siano essi anziani, senzatetto o altri tipi di persone vulnerabili.

Uno degli autori, Catharine Barnard, professore di diritto all'Università di Cambridge, ha detto che molte persone non hanno nemmeno uno smartphone per accedere al portale.

Senza una prova di status, o un certificato di applicazione, le persone perdono i loro diritti di vivere e lavorare e accedere ai servizi sanitari, educativi e sociali nel